Tatev | Silk Road Armenia

Tatev

Nel 4˚ secolo, sulle reliquie di S. Eustazio, fu costruita una piccola chiesa (la prima del monastero di Tatev) che nel 5˚ secolo divenne ben presto un luogo di pellegrinaggio. In seguito il nome del monastero di Tatev non venne più menzionato nella storia fino all’ 8˚ secolo, alla fine del quale il vescovo del Siunik si trasferì a Tatev.
Nell’ 839 il vescovo Davit di Syunik aveva acquistato la chiesa con i villaggi adiacenti dal principe Filippo di Syunik. Nell’ 844 il principe Filippo consegnò il villaggio di Tatev con i suoi terreni e fabbricati al monastero e commissionò la costruzione della chiesa di S. Gregorio. Seguendo il suo esempio altri principi fecero donazioni e commissionarono la costruzione delle chiese, due in quel periodo e altre nei secoli successivi – rendendo assai fiorente il monastero. Tatev ha custodito la croce di Babken, una croce d’argento grande quanto un uomo, che conteneva un frammento della croce di Cristo, le reliquie di S. Giovanni Battista, di S.Stefano, degli 11 apostoli, di S. Gregorio l’Illuminatore,di Santa Hripsime e i capelli della S.S. Vergine e altre reliquie.
Nel 1170 le invasioni dei selgiuchidi misero fine al periodo di prosperità. Un anno prima, nel 1169, per timore della minaccia selgiuchide, il monastero aveva trasferito l’intera biblioteca a Baghaberd che in quel tempo era la fortezza più difesa e inespugnabile dell’Armenia.
Tatev si riprese fra la fine del 12˚ e gli inizi del 13˚ secolo, con la protezione degli Zakarian e degli Orbelian che restituirono al monastero una nuova prosperità, sostenuta anche dalla guida religiosa del metropolita arcivescovo Stepanos Orbelian. Il monastero di Tatev possedeva allora 678 villaggi e diversi monasteri ed era diventato il centro religioso, di formazione e di cultura di tutta l’armenità.
Alla fine del 14˚ secolo, durante le invasioni di Tamerlano, il monastero fu saccheggiato e bruciato e solo nel 1787 fu costruito il mausoleo di Grigor di Tatev e l’edificio della scuola con 16 aule lungo il perimetro del muro orientale.
Nel 1830 il monastero di Tatev aveva 2 vescovi, 10 vardapet (insegnanti), 62 preti e 2 diaconi che guidavano i 70 villaggi della diocesi. Alla fine del secolo il numero dei villaggi tributari fu dimezzato.
Nel 1920-21 nel monastero alloggiò la brigata del generale armeno Gareghin Njdeh per pianificare la strategia difensiva del Syunik contro i soldati turchi e bolscevichi. Nel 1922 il monastero riprese la funzione di vescovado, subito chiuso dal regime sovietico. Dal disastroso terremoto del 1931 furono distrutti il campanile e la cupola della cattedrale dei Santissimi Pietro e Paolo. Fu riaperta al culto negli anni novanta e oggi continua l’opera di restauro .
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